Resoconto incontro pubblico del 27/01/2015
su Metodologia adottata per la determinazione della tariffa applicata per la raccolta dei rifiuti urbani a Vecchiano
organizzato da
Amministrazione Comunale e Consigli di Frazione di Vecchiano
L'assessore Massimiliano Angori apre l'incontro e presenta i relatori. In Rappresentanza di Geofor partecipano all'incontro Paolo Marconcini, e Roberto Silvestri rispettivamente presidente e direttore amministrativo di Geofor.
Il consigliere di frazione Ranieri Baraglia espone le motivazioni che hanno portato all'organizzazione di questo incontro. I Consiglieri di frazione in occasione dell'organizzazione delle assemblee in cui è stata descritta la raccolta porta a porta di tutti i rifiuti hanno raccolto molte osservazioni e domande su questo servizio, con particolare interesse ai costi a carico del cittadino. Alcune delle più ricorrenti osservazioni/domande sono state: 1) Con l'avvio della raccolta porta a porta dei rifiuti non ci si aspettava che la tariffa del servizio aumentasse; 2) I criteri di legge alla base del calcolo della tariffa (metri quadri delle abitazioni e numero dei membri di un nucleo familiare) determinano dei costi che ai cittadini appaiono onerosi. Si ritiene più equa la tariffa cosiddetta puntuale che si basa sul conteggio personalizzato della produzione dei rifiuti; quali sono le difficoltà e le problematiche che non permettono ancora la sua attuazione nel comune di Vecchiano? 3) Ai centri di raccolta dei rifiuti comunali si assegnano delle detrazioni a secondo del tipo di rifiuto che si consegna, che politica di detrazioni si persegue?
Il Consigliere ritiene che nel nostro comune questo servizio funzioni bene, ma ciò non esclude che non possa essere ulteriormente migliorato.
Il presidente di Paolo Marconcini esordisce lasciando al direttore gli aspetti più tecnici della tariffa e presentando gli aspetti più generali di tale problematica. Il dato importante da cui si deve partire per un'analisi dei costi del servizio ai cittadini di un dato comune è la quantità di rifiuto pro-capite annuo: nel 2006 il dato di Vecchiano era di 586 kg/abitante/anno e ora è sceso a circa 500 kg/abitante/anno e può essere ulteriormente migliorato. Come raccolta differenziata siamo arrivati al 71,37% per l'anno 2013. Il rifiuto proveniente da Marina di Vecchiano pesa in senso negativo su entrambi i dati; senza il litorale marino, probabilmente, il comune sarebbe arrivato all'80% di differenziata. Il rifiuto che pesa di più sui costi è quello indifferenziato. A Vecchiano abbiamo un 28% di rifiuto indifferenziato, che sembra essere una buona % se guardiamo al comune di Pisa che ne ha il 40%. Nel 2006, 3.000 tonnellate di questo rifiuto erano inviate al termovalorizzatore, nel 2014 sono state consegnare 1.500 tonnellate. Lo stesso vale per la consegna del rifiuto indifferenziato alla discarica di Peccioli, nel 2006 1.300 tonnellate e 2014 200 tonnellate. Questi risultati sono stati ottenuti attraverso le politiche del servizio, ma non hanno determinato un calo delle tariffe che si sono modificate nella loro diversa determinazione: TARSU, TIA, TARI, aggravio tassa sui servizi indivisibili.
E' necessario dire che il porta a porta è oggettivamente più oneroso della raccolta stradale (l'uso dei cassonetti). Questa è una raccolta più dettagliata e quindi permette un risultato positivo quale, ad esempio, la riduzione del materiale da consegnare al termovalorizzatore e alla discarica. Quei conferimenti costeranno di più tra breve, perché non potranno più essere consegnate direttamente, ma dovranno passare dai centri di Massa, di Massarosa e in futuro anche di Grosseto, e quindi il trattamento di quei rifiuti costerà di più.
La tariffa a Vecchiano è alta? ma alta rispetto a che cosa? Nell'ATO Costa (che unisce le province di Pisa, Lucca, Livorno, Massa Carrara) è fra le più basse e anche a livello nazionale ha un bel piazzamento nell'elenco delle tariffe.
Si tratta di analizzare se Geofor è inefficiente, e come si può migliorare.
Per esempio noi utilizziamo le cooperative per subappaltare i ritiri del porta a porta, quindi utilizziamo i mezzi legali di flessibilità del costo del lavoro.
Un sicuro lato debole dell'azienda sono gli impianti. L'impianto di compostaggio del rifiuto organico è vecchio e poco efficiente, ma non è più il caso di investire in migliorie. Geofor raccoglie 40.000 tonnellate di organico e l'impianto né può trattare circa 20.000 e quindi le altre 20.000, per ora, vanno in altri impianti toscani, ma a breve dovranno andare anche fuori la Toscana (Emilia Romagna e nord Italia). Questo stato di cose è costoso, potremmo ridurre quei costi con un impianto vicino che ci stiamo apprestando a realizzare.
Il termovalorizzatore non è nuovo, ma non è pericoloso, è stato costoso per gli investimenti fatti, ma per ora regge per il servizio che è chiamato a fare. Riceve 100.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato, e lo potrà fare anche con il nuovo regime di procedure legislative, facendoci risparmiare il trasporto di quelle tonnellate di indifferenziato. D'altronde, nell'ATO Costa è rimasto l'unico impianto in funzione. A Livorno è stato chiuso e anche altri 2 impianti in Versilia sono stati chiusi. L'impianto di Pisa concepito negli anni 70, avviato negli anni 80, è stato ristrutturato nei primi anni 2000. Se questo impianto rimane in buono stato si può ridurre il rifiuto in discarica e quindi ridurre i costi e di conseguenza la tariffa.
Hanno ragione chi critica l'attuale definizione della tariffa basata sui metri quadri e carico familiare, ma è una definizione che viene da una legge dello stato. Nessuno dei due parametri su cui si basa rappresenta appropriatamente la produzione di rifiuti e meno male che per l'utenza domestica è stata modificata inserendo la parte che si basa sul carico familiare, che è, anche se in piccola parte, superiore alla parte della tariffa basata sui metri quadri. Per le utenze non domestiche valgono soltanto i metri quadri. Pertanto, è giusto introdurre sistemi che rendano la tariffa più equa e cioè che sia legata alla produzione di rifiuti, la tariffa puntuale o a pesatura. Si deve però stare attenti alla sua applicazione e all'operatività del calcolo del peso dei rifiuti. Sono state fatte sperimentazioni a Capannori e nell'empolese, e attualmente Geofor finanzia alla Scuola S. Anna un dottorato di ricerca sulle tecnologie usate dai sistemi di pesatura per la raccolta puntuale.
Una limitazione all'applicazione della raccolta puntuale è la presenza di comuni limitrofi al territorio coinvolto nella sperimentazione che hanno ancora la raccolta stradale con i cassonetti. Nell'empolese si è verificato che i comuni limitrofi a quello in cui è stata fatta questa sperimentazione, si sono visti inondare di rifiuto indifferenziato trasportato da chi pagando la tariffa in base al peso di quel rifiuto lo buttava nei loro cassonetti. La soluzione è stata cominciare la raccolta porta a porta in quei comuni limitrofi ed eliminare anche lì i cassonetti.
In quest'anno 2015, Geofor attuerà la sperimentazione della tariffa puntuale nel comune di Calcinaia, in quanto i comuni della valdera lo hanno chiesto da tempo in maniera congiunta, che lo ha chiesto da tempo e che non ha comuni confinanti con cassonetti stradali, né situazioni più complesse dal punto di vista della gestione dei rifiuti come Marina di Vecchiano con la presenza di molti bagnanti in estate che vengono da altri comuni.
In generale la tecnica è pesare solo il rifiuto indifferenziato per le utenze domestiche e porre maggiore attenzione al rifiuto presente negli altri contenitori. Nel sacchetto dell'indifferenziato c'è una placchetta leggera fatta di materiale che emana un segnale radio (RFID, identificazione a radio frequenza) per l'identificazione automatica di oggetti attraverso particolari etichette e sulla loro capacità di rispondere all'interrogazione a distanza da parte di apparati fissi o portatili. L'identificazione avviene mediante segnali radio al dispositivo che sta sul furgone che ritira i rifiuti. Per le utenze non domestiche si fa una diversa pesatura basata su valutazioni volumetriche.
Il grosso della tariffa deriva da questa pesatura, ma va chiarito che questo sistema non porta una riduzione dei costi generalizzata per tutti. Questo permetterà una più equa ripartizione dei costi a vantaggio di chi produce poco rifiuto e a svantaggio di chi ne produce di più. Questo sistema può indurre al calo della quantità di rifiuto prodotto, perché c'è un collegamento diretto tra la produzione di rifiuto e l'importo da pagare. Comunque, il servizio di raccolta dei rifiuti, nei suoi costi generali e specifici in funzione del territorio, per legge, deve essere del tutto finanziato tramite la tariffa applicata per il servizio stesso.
Quindi, il costo complessivo rimane invariato, con una ripartizione più equa, e solo se abbiamo una riduzione dei rifiuti abbiamo un risparmio sui costi complessivi del servizio, altrimenti la tariffa non diminuisce.
Dalla raccolta dell'organico che è la parte più grossa dei rifiuti domestici si può trarre energia attraverso la produzione di biogas.
La fermentazione anaerobica funziona anche con la raccolta del cosiddetto verde domestico, cioè con le potature, che ora si possono conferire nei centri di raccolta comunali. Quello che dovrebbe essere fatto, è trovare il modo di incentivare la separazione tra il verde e la presenza di legno, in genere rami, di certe dimensioni che invece non è possibile utilizzare in queste fermentazioni.
Il direttore Roberto Silvestri invita a trovare i dati nel sito web dell'azienda. Il dato del rifiuto pro-capite annuo a Vecchiano di circa 500 kg, può essere ulteriormente ridotto fino a 430-440 kg. In estate il rifiuto aumenta a causa di quello proveniente da Marina di Vecchiano. Andrebbero pensate soluzioni atte a contenere questo aumento.
Oggi 1 tonnellata di rifiuto costa 190 Euro, moltiplicando questo costo per il totale del rifiuto indifferenziato prodotto viene fuori il costo che dovremmo ridurre. Quando si dice che la tariffa è alta bisognerebbe fare anche il conto di quanto sarebbe stata se avessimo mantenuto il sistema del passato, considerando oltre al risparmio economico anche il miglioramento ambientale che è stato prodotto. Il piano finanziario deve contenere tutti i costi del servizio. La raccolta porta a porta costa oggettivamente di più, raccogliere il rifiuto dai luoghi di residenza comporta l'uso di più attrezzature, mentre diminuisce la produzione annua pro-capite di rifiuto. Ci sono comuni che sono partiti da un dato di 800 kg e ora sono a 440 kg. Come si ottiene questa diminuzione? Con la raccolta porta a porta il carico di rifiuto domestico non cambia, ma i rifiuti sono raccolti e distribuiti in modo coerente con la loro natura: il domestico, il non domestico, l'ingombrante, lo scarto artigianale, ecc. Questo si traduce poi in un risparmio economico, perché il rifiuto si può considerare una risorsa e farlo fruttare, e in un miglioramento ambientale. Per esempio, la vendita della carta raccolta porta nel bilancio del comune di Vecchiano di circa 56.000 Euro, che sono usati per abbattere i costi della tariffa ai cittadini.
Ciò non avveniva con i cassonetti stradali che, in molti casi, sono visti come contenitori atti a raccogliere di tutto: rifiuto domestico e non domestico, scarti di lavorazioni, ingombranti, rifiuto trasportato da altri comuni.
Un dato che può essere positivo o negativo è il riporto del ricavo delle bollette e dei costi effettivamente sostenuti nell'anno precedente, ad esempio, cittadini o imprese che non pagano, rifiuti smaltiti in meno rispetto alla previsione e servizi previsti e poi non attivati.
Per la valutazione dei costi si deve tener conto dei costi variabili (circa l'80%) e dei costi fissi (circa il 20%). In generale si assegna in modo empirico la quantità pro-capite annua, per esempio 350 kg, e si moltiplica per il numero degli abitanti del comune (circa 11.000 a Vecchiano) e viene fuori il quantitativo totale del rifiuto domestico del comune.
Il Decreto Legislativo 22/97 (Decreto Ronchi) ha soppresso la tassa per lo smaltimento dei rifiuti (TARSU), sostituendola con la tariffa di igiene ambientale (T.I.A.) che prevede la copertura totale dei costi del servizio. Un'altra considerevole novità è data dai criteri applicati per il calcolo della tariffa, introdotti dal D.P.R. 158/99: superficie dell'immobile, numero delle persone per le utenze domestiche, presunta produzione di rifiuti, tipologia di attività commerciale/produttiva per le utenze non domestiche. La tariffa è composta da una parte fissa che serve a coprire i costi del servizio che non dipendono dalla quantità di rifiuti prodotti (generali, spazzamento, accertamento e riscossione, ammortamenti di attrezzature e mezzi) e da una parte variabile che copre i costi di gestione direttamente dipendenti dalla quantità di rifiuti prodotti (raccolta, trasporto, trattamento, smaltimento, raccolta differenziata).
Nel comune di Vecchiano arriviamo ad un totale di 6,5 tonnellate di rifiuti e il costo totale del servizio è di 2,3 milioni di euro (compreso lo spazzamento pubblico e il costo della struttura aziendale). Il costo totale deve coprire tutti i costi.
Per capire se Geofor sta operando bene o male, si deve anche mettere a confronto i costi del servizio per abitante: al dato di 504 kg/abitante/anno abbiamo un costo di 399 Euro/tonnellata che porta ad un costo medio di 201 Euro/abitante/anno. Quest'ultimo è minore sia del costo medio di 257 Euro/abitante che sia ha nel centro Italia sia di quello di 221 Euro/abitante che si ha nel nord Italia.
Un indice di qualità del servizio, che ha a che vedere con il comportamento dei cittadini, è la bontà della differenziazione, in particolare per il multi-materiale che è la parte più complessa del rifiuto sia domestico sia non domestico. Se la Revet, l'azienda che fa il riciclaggio del multi-materiale, trova più della % prefissata di "sporco", cioè di materiale che non deve stare nella raccolta del multi-materiale, applica alla Geofor dei costi aggiuntivi per il differenziamento e smaltimento dello "sporco". Se invece la percentuale di "sporco" è inferiore alla % prefissta è previsto un corrispettivo alla Geofor.
Sul deficit impiantistico ha parlato il presidente, ma sul riutilizzo del rifiuto organico va detto che il nuovo impianto permetterà una riduzione della tariffa (5-6%) perché produrrà un buon prodotto finito, ed essendo interno al territorio pisano permetterà anche un risparmio su costi di trasporto dei rifiuti.
Un altro aspetto importante che ha effetto sui costi è costituito dalle scelte fatte dall'Amministrazione Comunale. Quest'ultima definisce il regolamento che deve essere applicato per questo servizio. E cioè, quanto si deve spazzare le strade, che tipo di raccolta, quanti ritiri per tipo di materiale, ecc. Sulla base delle scelte fatte è calcolato il costo totale del servizio. Poiché per legge tale costo è a carico del cittadino, ad esso verrà applicata un tariffa atta ad ottenere l'importo necessario.
Un'altra vista su come lavora Geofor si può avere dal rapporto che Federambiente realizza sul funzionamento delle aziende di servizio dei rifiuti. In questo rapporto Geofor è collocata in posizione media, questo significa che sta lavorando bene, ma che può migliorare.
Attualmente Geofor ha 270 dipendenti, 2 dirigenti (l'amministratore delegato e il direttore amministrativo). L'azienda utilizza anche gli strumenti di flessibilità del lavoro nella misura prevista dalla legge, 30% di subappalto.
Negli ultimi 5 anni l'azienda ha avuto utili ed è stato deciso di accantonarli pressoché completamente per finanziare la costruzione del nuovo impianto di riciclo del rifiuto organico. Non sono stati suddivisi utili tra i soci pubblici e privati. E' vero che i 36 comuni associati avrebbero potuti utilizzare questi utili per scopi pubblici, ma è anche vero che ciò ha evitato di imporre ai comuni una ricapitalizzazione dell'azienda.
Dibattito e domande dei cittadini e consiglieri.
La busta paga del presidente è di 2.197 euro netti al mese per 12 mesi e senza TFR (Trattamento di Fine Rapporto).
Come prima scritto, le entrate dal riciclo dei rifiuti ci sono, ad esempio, il rifiuto carta è il più semplice da gestire, mentre il multi-materiale è il più complesso. Comunque, l'entità del ritorno economico dipende dagli accordi che sno stipulati tra i consorzi che si occupano del riciclo dei rifiuti (CONAI, COREPA, ....) e l'ANCI, l'associazione dei comuni d'Italia. Un rinnovo di questi accordi c'è stato a breve. Il nuovo accordo varrà fino al 2019. Questo prevede un aumento dei contributi per i rifiuti da riciclare, ma una maggiore severità nel controllare che questi rifiuti siano compatibili con la tipologia dei prodotti previsti dal consorzio di riciclaggio. Nel nostro caso è Revet che fa il ritiro dei prodotti da riciclare e quindi che fa i controlli. Se ci sarà più del 20% di "sporco" (materiale non bene differenziato Revet non darà il contributo ed invece assegnerà a Geofor, e quindi ai cittadini, i costi per il differenziamento e smaltimento dello "sporco". Sarebbe bene che ogni comune sapesse cosa ha raccolto e anche quanto non è stato accettato dal consorzio di riciclo. È stato organizzato un seminario nel quale analizzare il nuovo accordo con i tecnici dell'azienda a cui sono stati invitati gli assessori e i consiglieri comunali.
Purtroppo è vero, non riusciamo a ricavare dai rifiuti raccolti quanto i cittadini pensano che potremmo fare. Per la carta va tutto bene, per il multi-materiale va chiarito che si deve trattare di imballaggi perché l'accordo tra i consorzi di riciclaggio e le aziende è relativo agli imballaggi e non ad altre cose. Questo significa che una ciabatta o un tubo di plastica, che non sono un imballaggio, non vanno messi nel sacchetto previsto per il multi-materiale.
Anche per il vetro la raccolta è di imballaggi di vetro, quindi un vetro piatto non è un imballaggio e non va messo nelle campane verdi.
Dopo il seminario sul nuovo accordo tra ANCI e i centri di riciclaggio ci sarà una campagna di informazione/sensibilizzazione rivolta ai cittadini.
Ora che siamo ad una differenziata del 70% ha senso chiedere di più sulla capacità di scelta e divisione del materiale.
L'utilizzo della flessibilità per quanto riguarda il subappalto è una scelta che tutti i soci hanno voluto e accettato. Quindi hanno accettato che persone che fanno lo stesso lavoro abbiano contratto e paga differenti. I dipendenti delle cooperative utilizzano il contratto multiservizio; forse è questo che dovrebbe essere migliorato. Quando ci sarà il nuovo gestore che sostituirà Geofor, e sarà un'azienda molto più grossa, forse questo problema sarà possibile affrontarlo e risolverlo; anche le modalità di assunzione dovranno essere paragonabili.
La Geofor è stata valutata 9,3 milioni di Euro, ed è considerata un'azienda leggera.
L'impianto di riciclo dell'organico è in dirittura di arrivo. La lentezza della realizzazione non è stata colpa di Geofor, ma del fatto che i decisori pubblici hanno voluto da subito percorrere la strada che definiva l'impianto di proprietà pubblica fin dalla posa della prima pietra. Gli impianti sono di proprietà pubblica e all'azienda mista pubblico-privato spetta solo la gestione del servizio. La crisi finanziaria ha portato dei ritardi poiché in questa operazione sono state coinvolte le banche e un elemento di complessità è stato il fatto che a breve non esisterà più Geofor e ci sarà il nuovo gestore. Il mutuo richiesto avrebbe dovuto essere di 17 milioni di Euro, ma con un contributo di 4 milioni di Euro della Regione Toscana e 3,5 milioni di Euro derivanti dall'accantonamento degli utili, questo sarà ridotto a 10 milioni di Euro. L'impianto produrrà 10 Mwh di energia, 12 tonnellate di compost di qualità, lavorerà 44.000 tonnellate di rifiuto organico e quindi potrà servire tutti i comuni della provincia di Pisa che hanno Geofor come azienda di servizio. In futuro potrà essere raddoppiato per servire i comuni dell'ATO Costa.
Sulla questione dell'IVA nella bolletta è stato chiarito che Geofor quando emette una fattura per il comune deve computare l'IVA per non incorrere in un reato fiscale e quindi l'IVA per il comune rappresenta un costo che poi ricade sui cittadini. Quindi, anche se la TARI è stata definita una tassa e quindi non è soggetta a IVA, in realtà il comune e i cittadini la pagano lo stesso. Non è in bolletta, ma si paga lo stesso. Si dovrebbe cambiare il sistema fiscale per risolvere queste questioni. Purtroppo il comune non può scaricare l'IVA e anche Geofor, non avendola in bolletta, non la potrà scaricare tutta insieme e quindi farà pagare al comune l'IVA relativa ad ogni investimento Geofor.
Per quanto riguarda la situazione finanziaria di altre aziende di servizio: per esempio ASCIT (comuni di Capannori, Altopascio, Porcari, ecc.) ha un bilancio che non gli permette di mantenersi in vita e deve attingere ai mutui o alle ricapitalizzazioni; AMPS (Comune di Livorno) riceve prestiti dal comune di Livorno (5 milioni di Euro) e il comune ha dovuto aumentare il piano finanziario del servizio di 4 milioni di Euro.
Ai centri di raccolta ritirano solo il rifiuto differenziato. Comunque, è stata data anche la disponibilità di ritirare il rifiuto indifferenziato se ci sono situazioni particolari come il caso di cittadini che vanno in ferie. Come prima scritto, si deve riuscire a differenziare il verde dalle potature. Queste ultime non sono accettate da nessun centro esterno di sfruttamento dei rifiuti. Un incentivo economico per questa differenziazione permetterebbe di stimolare i cittadini a portare il verde direttamente ai centri di raccolta locali, poterlo conferire ai centri di sfruttamento, quindi di diminuire i ritiri di quel materiale nella raccolta porta a porta e ottenere anche un risparmio.
Per ottenere una riduzione effettiva degli imballaggi e quindi dei rifiuti si dovrà arrivare alla responsabilità estesa al produttore e quindi per esempio la possibilità di riportare indietro alla distribuzione l'imballaggio.